Il Disaster Recovery, come dice la parola stessa, consiste nella pianificazione di una serie di azioni da fare, in caso di “disastro”. In poche parole, le aziende devono sapere come muoversi nell’eventualità di gravi imprevisti, soprattutto se si tratta di un’infrastruttura IT. Infatti, può capitare che reti, processi, hardware e software siano messi a rischio, e lo stesso vale per persone. Pertanto, un piano di disaster recovery prevede una serie di operazioni da eseguire per proteggere gli investimenti di un’infrastruttura tecnologica e per salvaguardare la capacità dell’impresa di poter continuare a effettuare le proprie attività, anche in caso di problemi più o meno gravi.
Disaster recovery: di cosa si tratta?
Solitamente, un piano di disaster recovery prevede lo sviluppo di una lista di direttive e di strategie di recupero molto utili per consentire ai sistemi di tornare rapidamente al lavoro dopo un incidente. L’elaborazione dei vari passaggi è preceduta dalla Business Impact Analysis (BIA), ovvero dall’analisi di impatto sul business (che aiuta a comprendere quali sono i componenti critici e i sistemi ai quali dare priorità) e da alcuni controlli preventivi, idonei al fine di ridurre le conseguenze alle eventuali interruzioni di funzionamento dei dispositivi. In seguito, il piano viene “collaudato” con test ed esercitazioni.
Insomma, un piano di disaster recovery è molto complesso, ma a dir poco indispensabile. Tuttavia, c’è sempre una cosa che non deve mancare… Di cosa si tratta? Di un piano B!
Serve un piano d’emergenza, contenente altre procedure dettagliate che permettano di ripristinare ogni sistema danneggiato. In questo caso, ci sentiamo di darvi un consiglio: sì, puntate su altre operazioni super-tecnologiche e informatiche, ma non dimenticatevi che stiamo parlando di macchine… e possono fallire comunque!
Prevenire – avvalendosi di un piano B – è meglio che curare!
La soluzione migliore va ben oltre il semplice backup di dati e programmi, e tu non dovresti sottovalutare il potere delle metodologie un po’ più datate! Sarà infatti utile organizzarsi in modo da poter lavorare persino se il piano A non funziona. Quello che dovresti fare è: crearti un archivio esterno all’ufficio, all’interno del quale potrai inserire computer; hardisk con file, dati e programmi importanti; e conservare documenti cartacei di ogni tipo.
Con BoxUp puoi avvalerti di un self storage allarmato e videosorvegliato, al quale potrai accedere in qualunque momento. I tuoi strumenti di lavoro e la tua documentazione saranno al sicuro, al riparo da polvere e umidità, in un box scelto a misura delle tue esigenze, tra le varie dimensioni e le tipologie di contratti disponibili. Non ti sentiresti più sicuro/a con questo piano B da attuare in caso di disaster recovery? A te la scelta!